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Renzi #cambiaidea

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Siamo un paese dalla memoria cortissima: dimentichiamo, rimuoviamo, viviamo nel qui e ora. Il paese perfetto per il premier #cambiaidea Renzi, che oggi dice una cosa e domani l’opposto. Tanto chi se lo ricorda?

Ecco quindi una sorta di medicina per l’oblio (con tanto di “bugiardino”): una breve rassegna, da rimpolpare e aggiornare, delle sue inversioni a U – dalle più celebri, alle meno evocate e recenti – da tenere sempre bene a mente. Se ne consiglia l’assunzione quotidiana, cui deve far seguito la domanda: “Comprereste un’auto usata da quest’uomo?”. Buona memoria.

L’amico Letta: “Da italiano faccio il tifo per Letta perché se il presidente del Consiglio sta facendo bene, l’Italia sta meglio e io non sono uno di quelli che gioca a vita mea mors tua” (4 luglio 2013); “Questa storia che io sono contro Letta è una barzelletta” (5 luglio 2013).

A Palazzo Chigi? “Solo passando dalle elezioni, non dagli inciuci di palazzo” (17 aprile 2013).

Le larghe intese: “Se vinco io mai più larghe intese” (ottobre 2013, prima delle primarie per la segreteria del Pd).

Berlusconi: “Non è che possiamo arrivare a trasformarlo in un padre costituente” (3 maggio 2013 sulla Convenzione per le riforme). Il patto del Nazareno su Italicum e riforma del Senato l’abbiamo sognato.

Legge elettorale e preferenze: dal programma di Renzi per le primarie 2012: “I deputati devono essere scelti tutti direttamente, nessuno escluso, dai cittadini”. Nell’Italicum ci sono i capolista bloccati.

L’amico/nemico/amico Marchionne: gennaio 2011, c’è il referendum alla Fiat: “Sto con Marchionne, senza se e senza ma”. Ottobre 2012, ci sono le primarie, #cambiaidea: “Non ho cambiato idea io, è Marchionne che non solo ha cambiato idea, ma ha tradito. Qualsiasi risultato abbia ottenuto e otterrà, avrà questa macchia di aver preso in giro lavoratori e politici dicendo una cosa che non avrebbe fatto (Fabbrica Italia, ndr). Non ho mai immaginato Marchionne come modello di sviluppo per l’economia”. Da premier #ricambiaidea: “Questa è l’idea del Made in Italy che vogliamo supportare e difendere” (Detroit, settembre 2014), “Sono gasatissimo dai progetti di Marchionne” (Torino, febbraio 2015).

Articolo 18: “Non ho trovato un solo imprenditore, in tre anni che faccio il sindaco, che mi abbia detto ‘Caro Renzi, io non lavoro a Firenze o in Italia, non porto i soldi, perché c’è l’articolo 18′. Nessuno me l’ha detto. Non c’è un imprenditore che ponga l’articolo 18 come un problema” (aprile 2012).

Vitalizi: “Aboliamo tutti i vitalizi. La politica torni a essere assolvimento di un dovere civico e non una forma di assicurazione economica” (programma primarie 2012 “Matteo Renzi Adesso!” o Mai?).

Daspo per i politici corrotti”. Ci siamo sognati anche i salvataggi da richieste d’arresto, uso delle intercettazioni, mozioni di sfiducia per indagini (sen. Ncd Azzollini, l’ex sen. Pd Papania, sottosegretario Castiglione…).

Pagamento dei debiti della P.a.: discorso di insediamento al Senato (24 febbraio 2014): “Il primo impegno è lo sblocco immediato e totale dei debiti della Pa: 22 miliardi già pagati e 68 miliardi che pagheremo entro luglio”. Di quale anno? A luglio 2015 risultano pagati ai creditori solo 38,6 miliardi. Nel frattempo migliaia di aziende sono fallite.

Soglia di utilizzo contante: “Non c’è dubbio che più la moneta è elettronica, più si elimina spazio per chi evade” (31 ottobre 2013). Nella legge di Stabilità la soglia è triplicata, da 1.000 a 3.000 euro, “per aiutare i consumi” (e l’evasione).

Il compagno di governo Alfano: “Il Pd ha 300 deputati, Alfano 30. Mica ce l’ha ordinato il dottore di stare insieme” (1 dicembre 2013, quando al governo con Alfano c’era Letta).

Alfano e i prefetti: “La faccenda della nomina da parte di Alfano di 17 nuovi prefetti è soltanto la ciliegina sulla torta… Caro Angelino, ma non dovevamo abolirli i prefetti? E invece di abolirli tu ne nomini altri 17?” (29 dicembre 2013). Da premier però #cambiaidea: ad aprile 2015 è lui a nominare – sempre su proposta del Ministro dell’Interno Alfano – prefetto di Roma Gabrielli, e poi si affida a Tronca (diventato prefetto di Milano nell’agosto 2013 con Letta-Alfano) come commissario della Capitale. Da prefetti a perfetti, dall’abolizione a salvatori della patria passando per Alfano…

Maggioranza dei #cambiaidea: tale premier tali convertiti. L’elenco dei folgorati sulla via di Renzi è talmente lunga che basti un esempio emblematico: Anna Finocchiaro. Ad aprile 2013 l’allora sindaco di Firenze bocciò così la sua corsa per il Quirinale: “Leggo nomi allucinanti come quello della Finocchiaro, che ricordiamo per la meravigliosa spesa all’Ikea con la scorta a fare da carrello umano. Bisogna avere dei messaggi anti casta e non come quello che potrebbe venire fuori da un personaggio come Anna Finocchiaro”. Lei replicò senza mezzi termini: “Renzi miserabile. Non ha le qualità umane indispensabili per essere un vero dirigente politico e un uomo di Stato”. Poi però, da presidente della commissione affari costituzionali del Senato, divenne relatrice dell’Italicum e i rapporti (e i termini) migliorarono, fino all’idillio recente: “Con Renzi niente sembra impossibile”. Neanche smentire se stessa.

Ps: sicuramente mi sono sfuggiti altri #cambiaidea di Renzi. Mi date una mano nei commenti? Così facciamo insieme la seconda puntata. Grazie!

The post Renzi #cambiaidea appeared first on Il Fatto Quotidiano.


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