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Channel: Luisella Costamagna – Il Fatto Quotidiano
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Si scrive Orfini si legge pallina da flipper

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Caro Matteo Orfini, ha presente il flipper? Nato dalemiano, di quell’antica fede le resta oggi solo il marchio tricologico dei Lothar Velardi, Rondolino, Latorre, anche loro saliti sul carro di Renzi.

Giovane Turco che nel 2010 tuonava contro il veltronismo al grido di “Tornare avanti”, è diventato adulto con il Mandrake di Rignano, prendendo il posto di Cuperlo (unico dalemiano doc con capigliatura folta: Massimo come l’alopecia?) alla presidenza del Pd.

Ha presente il flipper?

“Io la penso in maniera diametralmente opposta da Renzi”, diceva nel 2012, “quelle che propone mi sembrano ricette vecchie. Dire il liberismo è di sinistra, dire con Marchionne senza se e senza ma, dire non me ne frega niente dell’art. 18, è mettersi in scia esattamente con quelli che vuole rottamare”. Alle primarie del centrosinistra era con Bersani, ma tra Vendola e Renzi avrebbe scelto senza dubbio il primo: “Meglio Vendola, è più vicino alle cose che diciamo. C’è bisogno di più sinistra per l’Italia in crisi”.

Ha presente il flipper?

Nel 2013 ribadiva: “Renzi e io siamo geograficamente ai poli opposti del Pd”, “Credo immagini un partito come strumento al servizio di un leader, un partito-cartello elettorale a disposizione di un leader che punta a qualcos’altro, in questo caso la guida del Paese”. Alle primarie sosteneva Cuperlo e bocciava con i Giovani Turchi il Jobs Act: “Rischia lo stesso errore della Fornero: camminare sulla testa dei meccanismi che regolano il mercato del lavoro (i contratti), anziché sulle gambe della crescita e così essere, nella migliore delle ipotesi, inutile”, “la copertura statale dei contributi per i primi 3 anni non risolve il pericolo di ricircolo dei lavoratori”.

Ha presente il flipper?

Nel 2014 la #svoltabuona: l’elezione a presidente del Pd rende Marchionne, le “ricette vecchie”, l’abolizione dell’art. 18, il JA, le riforme, il “partito al servizio del leader”, non solo digeribili ma pure saporite. Però c’è anche la #solanuova: viene nominato commissario del Pd romano dopo Mafia Capitale. Come diventare ministro dell’Ambiente dopo Fukushima. Prima difende a spada tratta Marino: “Un buon sindaco. Dobbiamo ripartire da questo sindaco e da questa amministrazione e ripulire quello che dobbiamo ripulire anche a casa nostra” (9/12/2014); poi, quando Renzi ne chiede la testa, lo scarica: “Il suo racconto autoassolutorio è semplicemente ridicolo. La vera discontinuità c’è stata dopo Mafia Capitale quando in giunta è arrivato Sabella e il Pd è stato commissariato” (31/10/2015). E difende pure le recenti primarie del crollo dell’affluenza, delle schede bianche, dei voti pagati.

Caro Orfini, dal biliardino che – si narra – fece mettere sul marciapiede davanti al suo circolo Pd Mazzini per coinvolgere il quartiere, è passato a giocare alla Playstation col premier-segretario. In realtà, però, il gioco che meglio le si addice è il flipper. Solo che lei – non si offenda – non è il giocatore ma la pallina. Lanciata da Renzi, sballottata a destra e sinistra, ding ding, su e giù, contro questo o quel bersaglio, secondo le sue convenienze. Quando finisce (o la fa finire) nel buco, ne lancia un’altra. Lui intanto accumula punti. E le palline restano palline.

Un cordiale saluto.

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